martedì 13 dicembre 2011

Monti, atroce autopsia dell’Italia: ma il killer è l’euro


Senza più moneta sovrana, l’Italia è condannata: non può più onorare qualsiasi deficit semplicemente «facendosi staccare un assegno dalla propria banca centrale», per usare un’espressione di Wynne Godley, che Paolo Barnard cita per chiarire la situazione. Siamo nel tunnel del suicidio economico a orologeria: Monti spreme gli italiani per avvicinarsi al pareggio di bilancio e vincerà il primo round. Ma poi perderà il match: una volta dissanguati, gli italiani si consegneranno al baratro della recessione. «E che farà a quel punto Mario? Ve lo metto per iscritto: farà quello che hanno sempre fatto tutti i robotizzati umanoidi della scuola economica Neoclassica e Neoliberista, cioè prescriverà ancor più dosi del veleno che ci starà ammazzando. Come fa Obama in Usa, come fa il Fmi in Estonia e in Irlanda, in Grecia, in Africa».
Il problema? Sempre lo stesso: l’euro. Governato da una banca centrale, la Bce, che per statuto non può essere “prestatore di ultima istanza” e quindi usare il denaro per politiche espansive a sostegno dell’economia sociale. L’Italia di oggi? E’ uno Stato «membro dell’Eurozona, che usa una moneta straniera che si chiama Euro, che le viene fornita interamente da prestatori privati, senza alcun appoggio della Banca d’Italia». Ridotta così, per sopravvivere, questa Italia è costretta davvero a pareggiare i bilanci, come minimo. «Ma non solo», aggiunge Barnard: «Deve arrivare al surplus di bilancio». Cioè: «Lo Stato dovrà tassarci molto di più di quello che ci dà come ricchezza finanziaria», e questo significa che «dovremo tutti diventare più poveri, e soffrirne le orrende conseguenze sociali».
Non si scappa, insiste Barnard nel suo blog: Monti e Draghi «in questo hanno ragione», e la loro ricetta «non fa una grinza: tecnicamente parlando, è un obbligo ineludibile». Anzi, è persino «troppo tenera». Perché in economia esiste una regola aurea che stabilisce che un Paese con moneta non sovrana, per poter onorare gli interessi sui suoi titoli di Stato emessi (Bot, Btp) deve pagare un tasso d’interesse sui quei titoli non di molto superiore al tasso della sua crescita economica. «Esempio: se quel Paese cresce al 2%, non può pagare tassi al 5, al 6, al 7,5 %». Altrimenti, «prima o poi fallisce». E l’Italia? Lo sappiamo: sta crescendo quasi zero, e paga tassi d’interesse dal 6 al 7%. «Semplificando, è come se uno guadagnasse 1 soldo ma dovesse pagare un affitto di 6 soldi. Come fa?».
L’Italia dell’euro, continua Barnard, deve dunque trovare la differenza (soldi) in qualche modo, se no fallisce. E dove li può trovare? Monti lo sa bene: deve incassare tasse al netto, tagliare la spesa pubblica o generare un forte aumento dell’export. In altre parole: lo Stato deve prenderci con le tasse più di quanto ci dà in termini di servizi, e inoltre attrezzarsi per aumentare le esportazioni. Non disponendo più di una moneta sovrana da poter svalutare, l’unico modo per rendere “competitivo” il made in Italy è il taglio del costo del lavoro. Tradotto: salari sempre più miseri. E poi, naturalmente, c’è l’austerity: impoverimento generale, in modo che gli italiani «desiderino meno prodotti esteri (Iphone, Audi, Chanel, Sony, benzina)», sperando così che l’Italia riesca ad esportare più di quanto importa. Come convincerci? «Siamo troppo viziati, l’unica è impoverirci, punto. Monti lo sa, è un esperto, e questo fa».
Riassumendo: l’Italia dell’euro deve davvero trovare i soldi per pagare i tassi sul suo debito. Tanti soldi, perché la differenza fra la sua crescita economica (vicina allo zero) e i tassi che paga (7-8%) è enorme: «Quel denaro lo possiamo solo trovare tassandoci, tagliando la spesa pubblica e impoverendo ancor di più gli stessi italiani, così da ridurre le importazioni e pagare di meno gli operai», con la speranza di poter esportare più di quanto importiamo, e incassare la differenza. «Non se ne esce», insiste Barnard. Anzi, la pura matematica rivela che Monti è stato per ora sin troppo
leggero: «Lui sa benissimo che dovrà essere molto più pesante nei sacrifici che ci imporrà in futuro». Tutto questo, grazie all’euro: che il centrosinistra impose all’Italia, senza che i sindacati – oggi sulle barricate contro Monti – battessero ciglio.
Ma il peggio deve ancora arrivare, continua Barnard: lo stesso Monti sa benissimo che, incassata a nostre spese la prima rata di ossigeno, il “rigore” non produrrà certo la “crescita” auspicata, ma soltanto depressione, recessione e nuova povertà. Meno denaro, meno redditi, meno consumi. Quindi, alla fine, meno gettito fiscale: e saremo daccapo. Che farà, a quel punto, il professor Monti? Barnard non ha dubbi: farà esattamente quello che la sua scuola economica gli suggerisce, ovvero: ancora più rigore, «fino a che saremo morti». Dal fallimento non si salverà neppure lui, è vero, ma prima «si sarà fatto un passaggio da Nomura o alla JP Morgan per incassare una pensione multimilionaria con 3 o 4 anni di contributi (non 300 come chiede a te), tanto quanto sarà stato necessario per annientare l’Italia».
Monti, atroce autopsia dell’Italia: ma il killer è l’euro     http://www.libreidee.org

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